Il Cielo Sopra Berlino

Lode al film che, anni fa, ha saputo risvegliare il dormiente che era in me. Lode al film che mi ha fatto comprendere che si può osare, ottenendo ciò che senza osare non è possibile. Lode al film che ha voluto spiegare quello che è l’amore anche secondo me. E poi, lode al film che mi ha fatto amare Nick Cave & The Bad Seeds, quel gruppo che sa come cantare le storie.

Der Himmel Uber Berlin… ho notato che non ho mai provato un vero impulso a visitare Berlino. Di motivi ce ne sarebbero, anche molti, ma neanche questa storia ha saputo farmi nascere una vera pulsione. Forse non era negli intenti del regista, ma nel caso lo fosse stato allora questo sarebbe un obiettivo mancato, almeno per quel che mi riguarda. Invece arriva benissimo l’amore per la vita, e l’amore per la poesia, per il dolore, per le cose semplici nella loro essenza, per la vista di ciò che hai davanti agli occhi e niente più… e per l’uomo con tutte le sue bassezze e povertà. Un giorno un’amica mi ha detto che “un amico non puzza, anche quando puzza”: credo davvero che questa frase faccia una bella coppia con questo film. Ho visto il seguito (Far away, so close), ma l’unica cosa che mi è rimasta è la bella canzone degli U2. Ho visto anche il remake all’americana (City of Angel) ma decisamente non ci siamo, eccetto -ancora una volta- la canzone dei Goo Goo Dolls, che non mi è dispiaciuta. Questo film invece rimescola le budella e sprona la fantasia a spingersi oltre: non è un caso che molti, come i Radiohead, si siano lasciati trascinare dall’essere visionari.
Volgarmente affascinato dall’idea di essere avvolto nel labirinto della comune beatitudine, sento il bisogno di riportare l’attenzione sul tema, e in particolare su Marion: merita attenzione perché è una donna che ha saputo conquistare un angelo al punto da fargli preferire la mortalità; una donna che esprime il suo concetto di solitudine non come difetto dell’esistenza ma come massimo livello d’indipendenza… arrivare a bastare a se stessi; una donna forse un po’ ossessionata, ma che ascolta della musica decisamente interessante. Se non avete mai visto questo capolavoro e per caso vi pungesse vaghezza di colmare la lacuna, allora sento il solito dovere dare il solito suggerimento: non è un film facile e richiede una grande presenza a se stessi; non guardatelo nel momento sbagliato o con lo stato d’animo non adeguato, perché sarebbe peggio che non vederlo affatto. Non credo nei film che “non si possono non vedere”: si può, si può eccome! Il vero peccato è rovinare l’occasione quando si presenta.
Ovviamente, passando al cibo, se si parla di Berlino credo sia opinione comune associarvi la CURRYWURST, una specialità da fast food ma decisamente rappresentativa della città. Ed il link che vi propongo è proprio la morte sua.



Quali ingredienti servono? Salsiccie di maiale (Bratwurst), Ketchup (quello classico e quello al Curry Piccante), Mayonaise, cipolle finemente tritate, Olio-Pepe-Sale, Curry in polvere (classico e Red Hot).
E visto che ci siete, beveteci anche una bella birra, che ci sta sicuramente bene. Magari una Weiss… Enjoy