Forrest Gump




Avete la minima idea di quanti siano i modi in cui si possono cucinare i gamberi?

Più di 21 secondo Bubba, il migliore buon amico di Forrest che sapeva tutto di tutto sui gamberi e sulla pesca dei gamberi… e il tuo migliore buon amico non è una cosa che trovi dietro l’angolo, anche Forrest lo sa.
Bubba era il migliore, non c’è dubbio, anche se durò poco. Non era l’unico, però: Forrest aveva un altro buon amico. Uno che all’inizio non voleva affatto essere suo amico, ma che poi, col tempo, rimase il suo più vecchio buon amico. Chi era? Il suo nome è Tenente Dan.
Poi, Forrest era innamorato della sua bella Jenny. Lei è sempre stata l’unico amore della sua vita e solo per lei ha fatto tutto quello che ha fatto. Forrest non era un uomo intelligente, ma
sapeva “l’amore” cosa significa.

Nel frattempo incontri importanti e duri scontri, avventure, guerre, manifestazioni, scandali, sesso, droga, tanta musica, la corsa, il ping pong… la morte… e la vita.

Quante cose “incredibili” possono far parte della nostra vita! Ma quando capitano sappiamo riconoscerle? o le lasciamo passare, ricordando solo dopo quanto siamo stati fortunati a farne parte? Sappiamo vivere il momento con la giusta intensità, dedicando il tempo necessario a quel che accade, senza pensare subito a ciò che segue? E quanta parte del valore che diamo alle cose è davvero dato da noi, piuttosto che dall’opinione degli altri? Odio parlare come un catechista, ma vivere è davvero difficile e sapersi godere i momenti speciali -quelli veri- è importante.

Sono felice che questo film esista. Sono felice di averlo visto al cinema e sono felice di averlo comprato in DVD per rivederlo più e più volte. E lo continuerò a vedere ancora. E sarò felice ancora, perché ogni volta che lo vedo faccio pace col mondo intero: non serve essere intelligenti o belli per avere successo e vivere una grande vita, è la vita che dona quel che vuole a chi vuole e senza necessariamente avere un motivo. Ed anche quando capita una tragedia o una terribile disgrazia, la vita non finisce lì. Basta avere la forza di tirarsi su e andare avanti, ché prima o poi quello che la vita ha in serbo per noi arriva, e la cosa migliore è
esserci, pronti e disposti a ricevere.

Se allora il tema è godersi il momento, voglio scegliere un piatto che mi dà gusto. Un piatto che, per essere speciale, è importante non s’imponga troppo spesso. Parlo di un piatto che, in realtà, abbiamo già citato in un altro articolo… ma in quel caso si dava spazio al complesso di gusti sapientemente miscelati. Ora invece lo spazio è tutto per uno solo degli elementi: il
Tortello Mugellano.


Ladies and Gentlemen, qui si parla di uno dei prodotti che alimentano l’orgoglio culinario toscano! Perché, sappiatelo, la Toscana non è solo la patria della Bistecca Fiorentina.
Parliamo dei “veri” tortelli di patate: la ricetta originale, quella buona buona, quella che ti dà la scossa! Io purtroppo non la conosco davvero, né m’illudo di poterla trovare in rete: posso suggerivi alcune possibilità (come quelli di
Roberta, o di Giallo Zafferano, o i tortelli di Mr Tuscany, fino anche a quelli dell’Azienda per il Turismo di Firenze) e poi lasciarvi la libertà di decidere quale vi piace di più; oppure posso consigliarvi di andare fisicamente in Mugello (sì, dove c’è il famoso autodromo) e girare nella zona per trovare dove ne fanno veramente di buoni… che non è poi difficile.

Nella maggior parte dei casi sentirete dire che l’ideale è mangiare i tortelli con sughi di carne (come anatra, cinghiale e coniglio) oppure con funghi o tartufi. Il mio modesto parere è che il vero tortello, quando è buono, vuole essere il principe: per me vanno mangiati con olio, limone e scaglie di parmigiano, oppure con il tipico condimento “burro e salvia”. Niente di più, tranne al massimo una spruzzata di pepe, se è gradita, e un bel fiasco di rosso toscano.

Enjoy