BLACK SWAN… come cavare sangue dalle rape



Sono entusiasta.
Avevo un milione di dubbi e di preoccupazioni. Non solo per l’aspettativa personale, ma anche per il timore che Darren avesse finalmente ceduto alle lusinghe del mondo commerciale. Lo stesso provino (o “trailer”, come dicono tutti) lasciava spazio al timore che la storia fosse una banale rivalità tra donne con al centro una ancor più banale storia d’amore con il coreografo della compagnia.
Invece no: subito lo stile aronofskiano si riconosce dall’uso della camera e dal tipo di riprese, che dava la sensazione familiare di Requiem for a Dream o The Wrestler. Poi la musica: a parte il favoloso “Lago dei Cigni” (che ne è la vera colonna sonora), c’è la magia di quei giochi musicali che Darren ama usare per far “risuonare nell’anima” il momento che propone.

Quello che non tutti forse comprendono, se non sono appassionati di questo regista, è che questo non è propriamente un film sulla danza. La danza è solo la scusa, il tramite inusuale per arrivare a parlare ancora del tema onnipresente nei lavori di Darren: l’ossessione. Non ho studiato l’argomento e quindi non pretendo di saperne un granché, però di ossessioni ne esistono varie forme, con diverse manifestazioni, e vedo il regista cogliere tutte le opportunità per proseguire su questo filone con sapienza, accrescendo la qualità di volta in volta.

La storia si basa sulla svolta nella vita di una ballerina (Natalie Portman, la bellissima psicologa vegana nata a Gerusalemme, che da bambina di Leon si trasforma in principessa Amidala per poi vincere inaspettatamente l’oscar con questo film): finalmente la prima ballerina (Winona Ryder… sorprendente) esce di scena e nel cercare la sostituta viene posto come requisito che lei abbia la capacità di essere sia “cigno bianco” che “cigno nero” nel capolavoro di Ĉajkovskij. Nina per il bianco è perfetta, ci ha lavorato tutta la vita senza mai darsi tregua… ma il nero… beh, manca decisamente qualcosa. Non dico di più, ma vi regalo la divertente gag di Jim Carrey (in inglese) che chiude così:

…if you try black swan
you never come back… swan


Se guardo a come si è dovuta “essiccare” Natalie per questo ruolo -fino ad essere quasi irriconoscibile con I capelli sciolti- e se penso a come un’anima delicata possa sentirsi alla fine di questo thriller, la tentazione è più quella di suggerire una buona tisana rilassante e depurativa. Invece Alvaro è un godereccio e decide di andarci pesante… molto pesante: ho trovato su internet una ricetta pazzesca che solo a leggere il titolo suscita sgomento ma che potrebbe anche piacermi… se mai avrò tempo, voglia e occasione di provarla.



Rape con Carne di Cigno al Sangue di Cavallo!!
Ingredienti: 6 piccole rape, 3 cucchiai di sale, 220g di polpa di cigno tritata, 200 sangue di cavallo degli altipiani di skopije,¼ di cucchiaino di chili in polvere, 3 cipollotti tritati, 3 cucchiai di pasta di semi di sesamo, 1 spicchio d'aglio tritato, 3 cucchiai di salsa di soia, un pizzico di pepe, 2 cucchiaini di olio, 5 cucchiai di acqua, 3 cucchiai di zucchero, sale a piacere, 1 cucchiaino di zenzero candito tritato.

Pelate le rape, lavatele, tagliatele a cubetti; cospargetele con il sale e lasciate riposare 15 minuti. Riunite in una padella a bordi alti la carne, il chili in polvere, i cipollotti, la pasta di semi di sesamo, l'aglio, la salsa di soia, il pepe e l'olio, mescolate e cuocete finché la carne ha preso colore. Sciacquate le rape pulendole di tutto il sale e unitele al composto in padella, insieme con l'acqua, lo zucchero, sale a piacere e lo zenzero, e cuocete a calore medio finché le rape sono tenere. Togliete dal fuoco. Servite caldo.

Confesso che in un primo momentovolevo essere molto più romantico proponendo i famosi pasticcini noti come Cigni alla panna, e per un attimo ho anche accarezzato l’idea del risotto vegano a forma di cigno; ma è evidente che per un’anima delicata questa ricetta è ossessionante… quasi da censura… proprio come il film! Quindi è perfetta! Non solo: con questo piatto si offre anche l’occasione di controbattere a un noto detto, che spesso uso anche io e che penso col film abbia a che fare: non si può cavare sangue dalle rape!
Amici, se vi dovesse capitare di assaggiare questo piatto, vi prego: fatemi sapere!

Enjoy