This must be the place and Irish Breakfast




 “Come mai, con tutti i vizi che mi sono concesso, non ho mai fumato? - È che sei ancora un bambino. Solo i bambini non hanno voglia di fumare»

Questo è This must be the Place. (Per il trailer clicca qui). Primo film americano di Paolo Sorrentino, caratterizzato dal ruolo graffiante di un ex rockstar, Cheyenne, interpretato con incredibile grazia e umorismo da Sean Penn. Cheyenne (uguale a Robert Smith dei The Cure), vive in una lussuosa villa in Irlanda, ha 50 anni, parla in maniera buffa e ride ancora meglio, mette rimmel e rossetto, non suona da un’eternità, crede di essere depresso ma col tempo scoprirà di essere molto più vivo di chiunque altro. 

La storia si sviluppa in due fasi: la prima, in Irlanda in cui Cheyenne gioca con il tempo (squash, centri commerciali e talent scout di improbabili nuove band), insieme alla sua adorabile moglie (Frances McDormand premio Oscar nel 97 con Fargo) e continua con la seconda parte, negli Stati Uniti con la morte del padre e la caccia al suo aguzzino che lo porterà a scoprire se stesso attraverso le strade selvagge e bellissime di un’America ritratta come in un quadro neorealista. 

Hanno ragione i fratelli Coen: “This Must Be The Place è molto bello; è la prova che si può trapiantare felicemente il cinema di Sorrentino in un altro mondo e un’altra lingua. “ Vogliamo ricordare la cura estrema nella fotografia, alcuni dialoghi o scene improbabili che danno sempre un ingrediente in più, senza togliere poesia al film. Per i nostalgici dei grandi anni 80’, usciti dal cinema ci si chiede come sarà la “colonna sonora”. Il titolo del film non è altro che una canzone cult dei Talking Heads che ha ispirato i più grandi e ha avuto diverse cover (Arcade Fire e MGMT). 

Nel film si cita anche un’altro grande: Iggy Pop, con The Passenger: ecco la versione di Siouxie & The Banshees (gruppo in cui, fra l’altro, Robert Smith suonava la chitarra nel 1984…).
Per chi ha avuto il piacere di visitare l’Irlanda, ma anche no, suggeriamo un tipico Irish breakfast, che in Italia non faremmo mai, ma che in vacanza dà un grande godimento accompagnato da un succo di pera.


E dopo un'ora si vaga alla ricerca di un espresso da Starbucks!

Buon divertimento a tutti. 

(Si ringrazia Alvaro per la consulenza musicale)