The Breakfast Club e la Girella fatta in casa

Di Oscar Francioso



Andy, Brian, John, Allison e Claire sono cinque liceali. A causa di punizioni di vario titolo, i ragazzi sono costretti a passare il sabato nella biblioteca della scuola. Il preside, Richard Vernon, che a tratti dovrà sorvegliarli e sopportarne le esuberanze, assegna loro un tema: "Chi sono io?". Del tutto non intenzionati a svolgere il tema, i ragazzi ne approfitteranno per confrontare i relativi problemi di vita. 

Il lavoro di Hughes - e altri registi come Joel Schumacher (quando ancora sapeva dirigere film), Coppola e Rob Reiner - portò alla creazione di questo gruppo, Brat Pack - banda di monelli - che elabora film legati alla cultura degli adolescenti dell’epoca e prende il nome da “Rat Pack” (“banda di topi”). Torniamo indietro pressappoco di un ventennio. Humphrey Bogart, Spencer Tracy, Frank Sinatra, David Niven – e altri bellissimi omini dei tempi che furono – si recarono a Las Vegas in occasione della prima di uno spettacolo di Noel Coward al Desert Inn. Dopo quattro giorni di gioco d’azzardo e bevute fino a tarda notte, Lauren Bacall – osservando lo stato pietoso del marito, probabilmente – definì il gruppo un “Branco di Ratti”. La cosa ebbe una certa presa su quegli uomini, tanto che la settimana successiva il gruppo venne ufficializzato. Bogart, che era Pulp nei film quanto nella vita, dichiarò che il gruppo esisteva per “combattere la noia e perpetuare l’indipendenza. Noi ci ammiriamo e non ci importa di nessun altro”. Questo comportamento vi ricorda qualcosa? Forse un gruppo di adolescenti? 

Quella di Hughes non è stata altro che un’opera di calibrazione di età. Nella maggior parte dei casi, da adolescenti siamo tutti stereotipi. Non si scappa. Hughes gioca con questa storia degli stereotipi. I cinque ragazzi sono un secchione, uno sportivo, un ribelle, la borghese e la ragazza dark-problematica. Possono essere considerati sia stereotipi cinematografici, sia stereotipi nella vita. Ma non lo sono: sono solo ragazzi che si avvicinano a quella cosa, senza diventarla del tutto. Adolescenti. I loro problemi sono reali. Uguali a quelli di altre persone come loro, ma reali.

La regia è pulita, quasi invisibile, senza “niente di strano”. Ma di “cose strane” ne succedono eccome. All’interno di un film serio abbondano sia elementi di rottura della quarta parete, sia elementi slapstick. Poi ci sono gli elementi a chiave musicale. Più sottili e più interessanti. Tipo la citazione al video di “One Step Beyond” dei Madness. Il primo evento di rottura è musicale e avviene quasi all’inizio del film, come se Hughes avesse voluto dirci “occhio”. Bender mima con le mani la melodia di una chitarra elettrica. Della colonna sonora! Ancora, Bender fischietta il tema di “Il ponte sul fiume Kwai”. Gli altri ragazzi lo seguono e poi, a sottolineare quanto sia strano quello che sta succedendo, arriva il commento sonoro del film. Questi vari elementi sono stati usati, probabilmente, per evitare di “appesantire” il film oltre il necessario, di non renderlo troppo “serioso” benché sia molto serio. Tutti questi elementi, messi assieme, hanno fatto nascere un film che è rimasto nella storia del cinema e che, per un decennio, ha rappresentato davvero una generazione. 

Hughes sapeva perfettamente cosa voleva fare e dove voleva arrivare, tant’è che scrisse la sceneggiatura in soli due giorni. Il film dura 97 minuti, ma originariamente durava due ore e trenta. Le scene vennero riprese tutte quante, per poi essere tagliate in fase di montaggio. “Paura di annoiare il pubblico” pare. L’unica versione integrale è rimasta in mano a Hughes – e narra la leggenda che nessuno l’abbia mai vista. 

Prima di vedere questo film dovrete esserne all'altezza: provate a cimentarvi nella realizzazione home-made di una merendina cult negli anni '80:  La Girella!


http://www.hovogliadidolce.it

 Per realizzare circa 12 girelle vi serviranno:

140 gr di farina 00
- 5 uova medie
- 100 gr di zucchero semolato
- 20 di cacao amaro in polvere
- estratto di vaniglia ( in alternativa vanillina)
- un cucchiaino di miele (facoltativo)
- un pizzico di sale
- un cucchiaino raso di lievito per dolci
- Nutella q.b.

Per la ricetta completa potete seguire il blog Ho Voglia di Dolce: cliccate qui