Il Tocco della Medusa

Di Oscar Francioso



Parliamo di Jack Gold, regista britannico morto nel 2015. “Gold” vi direte. “Mai sentito nominare”. Forse no, ma di sicuro avete visto quell’abominio melenso di “Il Piccolo Lord” (Little Lord Fauntleroy), film TV datato 1980 che molte persone, per una ragione a me sconosciuta, adorano. Lasciando stare la TV e concentrandosi sul cinema, i film di Gold sono pochi e girati tutti nell’arco di un ventennio, dal ’73 al ’93. Vent’anni e solo sei film.  

Provo ribrezzo nel pensare che Gold venga ricordato per “Il piccolo Lord” e non per “Il tocco della medusa” (The Medusa Touch, 1978). Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Peter Van Greenaway ed è splendido. Non solo per la regia, soprattutto per la storia. La trama è questa: lo scrittore John Morlar (Richard Burton) viene colpito alla testa con una statuetta. Sembra sia morto, ma non lo è. Brunel (Lino Ventura), un poliziotto francese impiegato temporaneamente a Londra, indaga sul tentato omicidio. Grazie alla psichiatra di Morlar, la dottoressa Zonfield (Lee Remick), Brunel ricostruirà la vita dello scrittore, fino a capire che l’uomo è dotato di poteri mortali. 

 La regia funziona benissimo. Il potere di Morlar viene tutto giocato sugli occhi azzurri di Burton. Ogni volta che la camera indugia sul suo viso, sai che sta per succedere qualcosa. Molto bella la scena in cui lo scrittore fa precipitare un aereo davanti a Zonfield. Uno continuo staccare tra gli occhi dell’uomo a quelli della donna. Rileggendo quanto ho appena scritto mi sono detto “sembra una storia di Steven King”. Lo è? Decisamente no. La struttura è affascinante e coinvolgente. Ci viene mostrato il tentato omicidio di Morlar, poi veniamo strattonati in un andirivieni tra il presente di Brunel e il passato di Morlar. Nei Flashback, Morlar parla con Zonfield e mentre lo fa, un ulteriore flashback ci porta ancora più indietro. Assistiamo a tutta la vita di Morlar, a tutti gli eventi lo che gli hanno fatto capire di possedere il suo potere e che lo hanno reso la persona che è. Una specie di film di formazione. 

Questo basta a rendere il film più interessante di una qualunque produzione soprannaturale degli anni ’70? No, quello che lo rende superiore è il nichilismo di Morlar. La questione “scopro di avere i super-poteri” è sempre uguale. “Ehi, ho un super-potere! No, non è vero, sì invece, hai ragione… adesso che faccio? O lo usi per salvare il mondo oppure diventi un super-cattivo”. Morlar è interessante proprio per questo. Lui vuole salvare il mondo, ma sa anche che il mondo è in piena decadenza. Quindi l’unico modo per salvarlo è distruggerlo. Non è cattivo… è solo eccessivamente lucido. I buoni propositi di Morlar sono di distruggere tutti i simboli che hanno portato alla decadenza della civiltà – tra i quali, cosa che mi ha fatto decisamente piacere, la Cattedrale di Westminster. 

Il suo potere è così grande che neppure il coma riesce a fermarlo. Non posso dirvi troppo della trama e del finale, tuttavia… “I finali buoni li fanno gli americani…” “Il tocco della medusa è un film inglese…” Secondo voi come finisce il sillogismo? Il tocco della medusa è un film bellissimo. Tanto che alla fine ti chiedi da che parte staresti. Da quella di Brunel, che è “buono” ma segue le regole di una società decadente, o da quella di Morlar, che è “cattivo” ma, a modo suo, vuole salvare il mondo?

Suggerisco un abbinamento con una terrina di pesce e spinaci, un antipasto leggero e perfetto per l'estate! Trovate la ricetta qui.


http://ricette.giallozafferano.it/Terrina-di-pesce-e-spinaci.html