Il Figlio più Piccolo e le tagliatelle al ragù



ll talento e la capacità di scrivere una storia si riconoscono subito e a volte l'insieme di aspetti forse "densi" e "articolati" si mescolano in una inaspettata armonia trascinati da un bel romanzo e da una scelta di interpreti azzeccata. E' la commedia italiana vecchia maniera, come se si raccontasse un pezzo della storia del nostro paese, come se Fellini fosse seduto accanto a noi a vedere la pellicola. Forse un pò troppo? Non lo so.
Luciano Baietti è un formidabile Christian De Sica che con questo film cancella tutti i vari Vacanze di Natale (non il primo del 1983, quello è intoccabile e presto avrà un post come si merita) che hanno dato incredibile notorietà a Christian facendogli però perdere tante occasioni come questa.
L'imbroglione cinico con il tempo si trasforma e diventa ancora più cinico, con un'involuzione quasi naturale, accompagnato dal fedele dott. Bollino, tanto mediocre quanto simpatico, interpretato dal bravissimo Zingaretti. Il suo talento si misura dal fatto che che nonostante sia fortemente legato al
Commissario Montalbano ogni volta che interpreta un nuovo personaggio non te lo ricorda mai!

Laura Morante invece ha il fascino della dolcezza e fragilità che mai ti permetterebbe di giudicare qualsiasi suo gesto, così come ti stupisce il giovane Nicola, sosia italiano di John Belushi che non sfigura in mezzo a questi mostri sacri.
Scopro che questo film chiude una trilogia che parla di padri, ("La cena per farli conoscere" "Il papà di Giovanna"). Per avere materiale e sapere parlare di padri dovremo colmare questo vuoto e vedere gli altri due!

Questo film è consigliato a chi vuole vedere un bella commedia italiana, una storia forte dove il buffo e il tragico si mescolano continuamente con un plot che diventa surreale ma nello stesso tempo realistico, a giudicare dalle tante somiglianze con i fatti di cronaca che ogni giorno leggiamo sui giornali.
La sensazione che lascia è di forte coinvolgimento, come se vivessi a Bologna e conoscessi molto bene quella famiglia.

Il piatto da associare in un primo tempo doveva essere qualcosa di ricercato di particolare, ma forse ragionandoci su, pensando alle colline bolognesi, mi viene voglia di un piatto di
tagliatelle al ragù con un rosso corposo.


Come si fa?

Prendiamo una cipolla, una costola di sedano, una carota, uno spicchio di aglio, poco prezzemolo, si trita tutto e si metto in una casseruola con abbondante olioextra vergine di oliva a soffriggere fino a renderlo dorato ma non bruciato. Aggiungere poi gr. 5oo di carne macinata magra di manzo ed una salsiccia spellata e tritata, sale e pepe. Quando tutto è ben insaporito annaffiamo con vino rosso, facendo evaporare. Aggiungere mezzo chilo di pomodori pelati schiacciati con una forchetta ed un pò di conserva di pomodoro del tubetto, qualche romaiolo di acqua con mezzo dado di carne. Poi si copre tutto e si lascia cuocere lentamente per circa due ore. Con la pentola a pressione si dimezzano i tempi ma bisogna controllare spesso e poi far ritirare senza pressione.

Potete condire delle pappardelle all'uovo oppure i tortelli di ricotta e spinaci o i ravioli. Abbinare con vino Merlot.

Buon appetito!