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La Forma dell'Acqua, e dell'uovo alla coque

Di babe   “ Incapace di percepire la tua forma, ti ritrovo ovunque intorno a me.  La tua presenza mi riempie gli occhi con il tuo amore e commuove il mio cuore perché sei ovunque”  Questa poesia finale chiude il film di Guillermo de Toro.  Voglio iniziare così … con il il finale! E proseguire svelando quasi niente di questa favola grottesca, dolcissima e amara allo stesso tempo. Siamo a Baltimora nel 1962 in un laboratorio governativo dove avvengono sperimentazioni a fini militari. Protagonisti la (non) Bella Elisa, muta dalla nascita, la Bestia, anfibio stile Avatar e la loro storia d’amore. Sul film non voglio svelare altro ma è pieno di spunti su cui riflettere.  A partire dal titolo… qual è la forma dell’acqua? L’acqua non ha forma oppure ha la forma che la contiene? Nella nostra epoca di inclusione il diverso è davvero accettato tout court? Oppure anche oggi come allora ci fa paura?  L’omosessualità, i neri, i disabili a quei tempi erano palesemente allontanati e ripudiati ma og

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