Una Giusta Causa ed il Cavolo Viola
Quando nasci con determinate
caratteristiche è merito della natura, che interviene per meglio garantire la
capacità di sopravvivenza della specie. Non c’è né colpa né merito a nascere
con caratteristiche asiatiche, africane, sudamericane o europee. Non c’è né
colpa né merito a nascere in luoghi dove prevale un culto religioso rispetto ad
altri. Non c’è né colpa né merito a nascere con occhi o capelli di forma e
colore differenti. E non c’è né colpa né merito a nascere donna o uomo. Non c’è
l’intento di dire che siamo tutti uguali, sarebbe ridicolo, anzi il bello sta
proprio nel fatto che siamo tutti diversi, ed è proprio in quella diversità che
risiede l’opportunità di migliorare e di crescere.
La storia delle difficoltà
incontrate dal mondo femminile per far accettare il proprio diritto di essere
considerate pari è più nota, come anche le lotte che sono state combattute per
questo, seppure un po’ meno. E molti risultati, con smisurata fatica,
sono stati raggiunti su vari livelli: la legislazione sulla tutela delle donne
e sui loro diritti sociali, incluso il lavoro, l’accettazione sociale della loro
presenza in ambiti originariamente a loro preclusi, la loro libertà di poter ambire a qualcosa senza doversi porre limiti. Risultati che sono stati più o meno raggiunti
nella parte del mondo che consideriamo più civilmente evoluta, come ad esempio l’Europa o gli
Stati Uniti, mentre in altre parti del mondo ci sono ancora abusi orribili ed inimmaginabili sulle donne, sui quali onestamente scelgo di sorvolare. Preferisco invece
rimanere sul mondo più civilizzato: non so come si ritenga sia lo stato attuale
di parità fra gli uomini e le donne, ma se si fanno le debite indagini si
scopre che fin troppe volte quello che si vede è solo una facciata, perché anche laddove si permette
l’assunzione di una donna in un determinato ruolo accade che non le si
riconosca lo stesso salario dato ad un uomo, e non le si permetta di coprire tutte
le stesse mansioni previste per quel ruolo. E questa è “discriminazione di
genere”, contro la quale è necessario lottare. Anzi, farlo è proprio Una
Giusta Causa!
L’ambientazione del film parte dagli anni 50, quando la rinomatissima ed elitaria università di Harvard concede ad un numero selezionatissimo di donne -ben nove- l’opportunità di frequentare e laurearsi in legge. Donne che poi, ovviamente, non troveranno la possibilità di esercitare a causa della mentalità estremamente ed ottusamente maschilista che pervadeva la società americana (e non solo) di quei tempi. Fra quelle donne, però, c’è anche Ruth Bader Ginsburg, una donna che saprà lottare con tutto il suo entusiasmo per ottenere il riconoscimento della discriminazione di genere e la modificaun pezzetto per volta, della legislatura, facendo così progredire il riconoscimento dei diritti delle donne. Una delle frasi più belle, che avrete sicuramente notato anche verso la fine del trailer, è nel dialogo fra Ruth ed uno dei giudici, quando lui afferma che la parola “donna” non esiste nella costituzione degli Stati Uniti e a cui lei risponde dicendogli: “nemmeno la parola libertà!”.
Oltre ad avere una trama molto interessante su questo incredibile personaggio, anche il cast è notevole: giusto per dirne un paio, è la bellissima Felicity Jones ad interpretatare magistralmente Ruth, e compare anche la famosissima Kathy Bates ad interpretare Dorothy Kenyon, un altro grande personaggio che già decenni prima lottava sempre per difendere i diritti delle donne.
Sì, è un film che si lascia
guardare, anche per vari altri aspetti, e se lo farete difficilmente ne
resterete delusi. Come anche se proverete ad assaggiare un piatto davvero sorprendente
come il Cavolo Viola in Agrodolce:
Ingredienti:
1kg di cavolo viola,
6 cipolline bianche (quelle schiacciate),
1 tazzina da caffé di aceto balsamico,
1 tazzina da caffé di olio evo,
1 cucchiaio di zucchero,
sale e pepe q.b.
Preparazione:
dopo aver affettato sottilmente sia il cavolo che le cipolle, mettere le
cipolle su un tegame a fuoco moderato con l’olio evo e mezza tazza da caffé di
acqua per 5’ circa, quindi aggiungere il cavolo e continuare la cottura
rigirando spesso. Dopo altri 5’, aggiungere un altro mezzo bicchiere di acqua,
lo zucchero, il sale e il pepe e stufare a fuoco moderato per 15’, ponendo un
coperchio e rigirando di tanto in tanto. A questo punto aggiungere l’aceto balsamico e rimescolare senza coperchio per altri 2÷3 minuti prima di spegnere il fuoco. Va servito tiepido.
L’aroma non sarà accattivante,
e altrettanto dicasi per l’aspetto, ma al primo assaggio vi assicuro che spalancherete
gli occhi.
Enjoy!