La Passione... per i Pici alla senese!
Una delle cose che preferisco è andare al cinema senza sapere nulla di quello che andrò a vedere, è come tornare bambini, si gusta ogni attimo con la curiosità di vedere come finirà. Appena uscito dalla sala è come se il regista avvesse giocato con noi, la frase che mi rimane in testa è quella che apre il film: "Questo paese non si scandalizza più di nulla....", solo alla fine avrà un senso.
Mi spiego meglio, se guardi il trailer sembra una commedia, se poi leggi le recensioni non esistono vie di mezzo... ogni commento è diverso, ma probabilmente la risposta è nel mezzo: definirei La Passione una tragicommedia. Il senso intimo di questo film è il modo divertente prima, intenso poi, di parlare del proprio paese e del cinema, senza farlo mai esplicitamente.
La storia gira intorno a Silvio Orlando (Gianni Dubois), un regista che ha perso l'ispirazione e che si trova suo malgrado bloccato in uno splendido paesino della toscana con l'arduo compito di dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo; non è esattamente una scelta volontaria ed è interessante vedere come l'attore e il suo personaggio si confondano. Nel cast uno splendido sindaco Stefania Sandrelli, una dolcissima Kasia Smutniak e un meno riuscito Guzzanti (lo dico da grande estimatore). Chi emerge è l'ex galeotto Battiston che durante una sua improbabile tournè di strada incontra Dubois e gli sarà accanto fino alla fine, soprattutto alle fine; sicuramente la sua prova, Orlando a parte, è sopra tutti. Un attore attivo del film è la toscana e nello specifico i paesi collinari della provincia di Pisa, dove si sviluppa tutta la storia e dove come racconta il regista durante la scena finale a metà novembre si abbattè davvero una forte tempesta.
Le particolarità di questo film sono l'intensità e il cambio di registro; nel finale Dubois dimostra il suo talento nella rappresentazione forse più intensa della sua carriera, in un paese dove non si riconosce più il valore, alla ricerca continua del consenso del pubblico. Ah dimenticavo... il finale non è proprio un finale... ma non posso svelarvi altro. Insomma mi sa che dovrete andare al cinema: il film è intenso, teatrale e godibile.
Continuiamo a gustare la Toscana anche usciti dal cinema, preparandoci un piatto semplice e buonissimo. I Pici alla senese con pomodoro pachino
Ingredienti: pici, basilico, olio extravergine di oliva, pomodori pachino, guanciale o pancetta, pecorino di siena.
Mettere l'olio in una pentola di coccio, la cipolla a fettine fine e farla rosolare, quando la cipolla è trasparente aggiungere il guanciale o la pancetta tagliata a striscine e farla rosolare, aggiungere un goccio di vino bianco e farlo evaporare, a questo punto aggiungete i pomodori pachino tagliati in due e lasciate cuocere per circa dieci minuti. Una volta scolati i pici, ripassateli in padella e aggiungete pecorino e basilico a piacere e un filo di olio di oliva.
Buon divertimento a tutti!
Mi spiego meglio, se guardi il trailer sembra una commedia, se poi leggi le recensioni non esistono vie di mezzo... ogni commento è diverso, ma probabilmente la risposta è nel mezzo: definirei La Passione una tragicommedia. Il senso intimo di questo film è il modo divertente prima, intenso poi, di parlare del proprio paese e del cinema, senza farlo mai esplicitamente.
La storia gira intorno a Silvio Orlando (Gianni Dubois), un regista che ha perso l'ispirazione e che si trova suo malgrado bloccato in uno splendido paesino della toscana con l'arduo compito di dirigere la sacra rappresentazione del venerdì santo; non è esattamente una scelta volontaria ed è interessante vedere come l'attore e il suo personaggio si confondano. Nel cast uno splendido sindaco Stefania Sandrelli, una dolcissima Kasia Smutniak e un meno riuscito Guzzanti (lo dico da grande estimatore). Chi emerge è l'ex galeotto Battiston che durante una sua improbabile tournè di strada incontra Dubois e gli sarà accanto fino alla fine, soprattutto alle fine; sicuramente la sua prova, Orlando a parte, è sopra tutti. Un attore attivo del film è la toscana e nello specifico i paesi collinari della provincia di Pisa, dove si sviluppa tutta la storia e dove come racconta il regista durante la scena finale a metà novembre si abbattè davvero una forte tempesta.
Le particolarità di questo film sono l'intensità e il cambio di registro; nel finale Dubois dimostra il suo talento nella rappresentazione forse più intensa della sua carriera, in un paese dove non si riconosce più il valore, alla ricerca continua del consenso del pubblico. Ah dimenticavo... il finale non è proprio un finale... ma non posso svelarvi altro. Insomma mi sa che dovrete andare al cinema: il film è intenso, teatrale e godibile.
Continuiamo a gustare la Toscana anche usciti dal cinema, preparandoci un piatto semplice e buonissimo. I Pici alla senese con pomodoro pachino
Ingredienti: pici, basilico, olio extravergine di oliva, pomodori pachino, guanciale o pancetta, pecorino di siena.
Mettere l'olio in una pentola di coccio, la cipolla a fettine fine e farla rosolare, quando la cipolla è trasparente aggiungere il guanciale o la pancetta tagliata a striscine e farla rosolare, aggiungere un goccio di vino bianco e farlo evaporare, a questo punto aggiungete i pomodori pachino tagliati in due e lasciate cuocere per circa dieci minuti. Una volta scolati i pici, ripassateli in padella e aggiungete pecorino e basilico a piacere e un filo di olio di oliva.
Buon divertimento a tutti!