1984 con Zuppa di Cipolle



Ode al controllo.
Il controllo è il vero modo per esercitare il potere autarchico. Ma come, cosa permette ai pochi di avere il controllo dei più? È semplice: basta limitare il libero pensiero.
Chi pensa liberamente è infatti il più pericoloso nemico dei pochi; ma usando la giusta dose di violenza e privazione è facile ottenerne il condizionamento. La propaganda, sia sfacciata che subdola o subliminale, l’esaltazione del fanatismo e dell’odio, la permanenza in uno stato di guerra che giustifica il sacrificio come limitazione delle derrate ed imposizione del coprifuoco, l’abolizione del sesso con istituzione del reato sessuale e della polizia sessuale, l’atrofia culturale attraverso il costante intervento di ”correzione” del vocabolario… e soprattutto l’occhio del Grande Fratello costantemente puntato addosso ad impedire anche la minima possibilità di privacy.

E come reagisce l’essere umano a tutto questo? Si adatta, come sempre. Anzi, più estreme sono le condizioni e più la priorità dell’uomo diventa la sopravvivenza, a discapito di quelle “frivolezze” -come la fiducia- che lo caratterizzerebbero come uomo libero.
Nonostante quest’orrendo contesto lo renda più che improbabile, ecco che l’amore riesce comunque a trovare il suo spazio. L’amore è il vero protagonista del film e del libro: l’amore nonostante tutto. Julia e Winston.
Amore, nell'odio... nell'ignoranza e nell'indifferenza... sotto controllo, sempre... e rischiare la vita sembra valere la pena... ma in gioco non è la vita: è l'orrore!
L’uomo, di tutte le bestie, è la più meschina e sa far emergere una cattiveria impensabile sotto forma di tortura. Ognuno ha paure, che fanno orrore ben più della stessa morte; e di tutte ce n’è sempre una dominante sulle altre… quella che si trova nella stanza 101. Lì la morte diventa una cara e dolce amica, desiderata più di qualunque altra cosa: il regalo più bello che si possa ricevere!
Ecco cos’è il potere. Ecco cos’è il controllo.
Non c’è molto altro che debba essere detto su questo capolavoro (clicca qui per vedere il film originale!), a parte che lo squallore - necessario come contorno - arriva forte come un pugno allo stomaco… e nemmeno i corpi nudi dei due amanti riescono ad essere meno grigi di ciò che li circonda.

La prossima volta che lo guarderò ho deciso che lo farò davanti ad un piatto che amo, ma che rappresenta al tempo stesso la povertà e la miseria di un popolo che ha sofferto enormemente durante la guerra: la Zuppa di Cipolle. Beh, sulla povertà del piatto originale non penso ci sia dubbio, tuttavia mi piace l’idea di proporre una ricetta più ricca, più elaborata… la ricetta della mamma, quella che sembra tanto simile alla Soupe à l’Oignon francese.



Ingredienti:

- 3 grosse cipolle
- burro, aglio, farina
- 1 l di brodo di carne
- noce moscata, sale, pepe

Mettere 3 grosse cipolle, tagliate fini a rondelle, in ammollo in acqua fredda per 1 ora e poi sgocciolarle. In un tegame, fatele ammorbidire con burro ed uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato, quindi levare l’aglio ed aggiungere un cucchiaio di farina, lasciando riposare a fuoco spento per 5 minuti. Aggiungere 1l di brodo di carne, noce moscata, sale, pepe in grani e far cuocere a fuoco lento per 20÷30 minuti, girando di tanto in tanto. A fine cottura, aggiungere parmigiano grattugiato e versare la minestra su dei crostoni di pane tostato. La ricetta prevede anche l’aggiunta di svizzero grattato grossolanamente, che può essere messo sul pane prima della minestra e/o dopo, sopra la minestra.

Oppure, se preferite, guardatevi la versione di GialloZafferano!
Enjoy