Per il 17 Marzo, un tributo a Riccardo Marasco
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Per i 150 anni dell'unità d'Italia voglio scrivere un post diverso, che non parla di cinema ma di cultura regionale. L'Italia è il frutto dell'unione di tante regioni diverse, ognuna con il proprio patrimonio e la propria storia che si arricchisce dall'appartenenza ad una sola nazione.
Io sono fiorentina e per questo dedico il post di oggi a Riccardo Marasco.
Come scrive Wikipedia, Riccardo Marasco è un cantautore italiano, menestrello vernacolare fiorentino, acculturato ed irriverente. Conoscitore e reinventore della tradizione popolare non solo toscana, è noto soprattutto per le canzoni sboccate e ironiche (L'alluvione; La Lallera; La Teresina; La Wanda; Vassallo, cavallo, gallo); tuttavia nel suo repertorio si trovano anche canzoni popolari e canti religiosi.
Come vedete, risulta difficile definire Marasco con un solo sostantivo, perchè risulterebbe limitante. Circa un mese fa, ho avuto la fortuna di poter assistere, a casa di amici, all'esibizione di questo geniale artista fiorentino. Nonostante conoscessi già molte delle sue canzoni, sono rimasta veramente colpita dalla sua cultura e dalla sua capacità di interpretare canti e poesie in vernacolo con ironia e sagacia. Marasco non è solo sinonimo di Toscana: la sua acutezza lo rende un eccezionale interprete della cultura popolare italiana nella sua forma più genuina. Accompagnato dalla sua inseparabile 'Ala d'Aquila', ci ha fatto ridere, commuovere ed uscire orgogliosi di essere italiani.
Per chi ancora non conoscesse Marasco, da dove cominciare? Innanzitutto dal suo sito RiccardoMarasco.it, sempre aggiornato con video, curiosità e post scritti dall'autore. Per leggere il suo pensiero per i 150 anni dell'unità d'Italia: cliccate qui.
Poi vi consiglio la visione di questo video: la canzone sull'alluvione di Firenze del '66. Con il suo Dante di marmo poeta divino mira sdegnato l'immane casino ... E' ben nota a tutti i fiorentini e riesce a raccontare con ironia una tragedia che ha segnato la storia di Firenze.
Nonsolopizzaecinema non può parlare dell'alluvione di Firenze senza consigliare questa scena cult di un altro toscano DOC, il regista Monicelli (clicca qui).
Infine, ricordiamo che Marasco non è soltanto canzoni ma anche studio e riscoperta di poesie e composizioni popolari. E' lui che ci ha fatto scoprire Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli, 1858-1920), in vernacolo fiorentino:
Quaggiù in Italia si sarà porconi,
Ladri, spie, farabutti e anco ruffiani;
Ma in quanto a ritrovà' tante invenzioni
'Un ci legan le scarpe a noi Italiani!
Sia Francia, Spagna, e tutte le nazzioni
Che gli esiste ni' mmondo de' cristiani,
S'hanno a inchinare a i' ggenio di' Marconi
Ch'e' rincoglioni' gli americani!
Da' retta a me! Ma che ti pa' ppochino
Telegrafa' pe' ll'aria... Mondo boia!
Mettiam i' ccaso ce tu sia a Torino
E t'ha' la dama che la sia a Pistoia;
Te' t'un fa' che affaccitatti a un finestrino,
e senza fili tu ni' da' di troia.
Dalla poesia alla cucina il passo è breve, così eccomi a presentarvi una ricetta toscana, la schiacciata alla fiorentina.
Sebbene sia un dolce che si usa fare per Carnevale, insieme ai cenci e alle frittelle di riso, potete cimentarvi anche adesso!
250 gr. di farina, 80 gr. di burro, 80 gr di zucchero
1 bustina di lievito
1 uovo
succo e scorza grattugiata di un'arancia
un pizzico di noce moscata, 1 bustina di vaniglia
zucchero a velo (per guarnire)
La preparazione è semplicissima, dovete amalgare questi ingredienti un po' per volta, preferibilmente con la frusta elettrica in modo da far entrare l'aria nel composto e renderlo spumoso e soffice. Una volta pronto, lo versate in una teglia unta con olio,formando uno strato non più alto di 2-3 cm. In forno caldo a 18'0° per mezzora, e poi spolverate con zucchero a velo.
Se capitate a Firenze in questi giorni, ancora siete in tempo per provare i dolci di Carnevale.. un cosiglio sui migliori locali lo trovate qui.
E con il profumo di questi dolci... vi auguro un buon 17 Marzo!
Per i 150 anni dell'unità d'Italia voglio scrivere un post diverso, che non parla di cinema ma di cultura regionale. L'Italia è il frutto dell'unione di tante regioni diverse, ognuna con il proprio patrimonio e la propria storia che si arricchisce dall'appartenenza ad una sola nazione.
Io sono fiorentina e per questo dedico il post di oggi a Riccardo Marasco.
Come scrive Wikipedia, Riccardo Marasco è un cantautore italiano, menestrello vernacolare fiorentino, acculturato ed irriverente. Conoscitore e reinventore della tradizione popolare non solo toscana, è noto soprattutto per le canzoni sboccate e ironiche (L'alluvione; La Lallera; La Teresina; La Wanda; Vassallo, cavallo, gallo); tuttavia nel suo repertorio si trovano anche canzoni popolari e canti religiosi.
Come vedete, risulta difficile definire Marasco con un solo sostantivo, perchè risulterebbe limitante. Circa un mese fa, ho avuto la fortuna di poter assistere, a casa di amici, all'esibizione di questo geniale artista fiorentino. Nonostante conoscessi già molte delle sue canzoni, sono rimasta veramente colpita dalla sua cultura e dalla sua capacità di interpretare canti e poesie in vernacolo con ironia e sagacia. Marasco non è solo sinonimo di Toscana: la sua acutezza lo rende un eccezionale interprete della cultura popolare italiana nella sua forma più genuina. Accompagnato dalla sua inseparabile 'Ala d'Aquila', ci ha fatto ridere, commuovere ed uscire orgogliosi di essere italiani.
Per chi ancora non conoscesse Marasco, da dove cominciare? Innanzitutto dal suo sito RiccardoMarasco.it, sempre aggiornato con video, curiosità e post scritti dall'autore. Per leggere il suo pensiero per i 150 anni dell'unità d'Italia: cliccate qui.
Poi vi consiglio la visione di questo video: la canzone sull'alluvione di Firenze del '66. Con il suo Dante di marmo poeta divino mira sdegnato l'immane casino ... E' ben nota a tutti i fiorentini e riesce a raccontare con ironia una tragedia che ha segnato la storia di Firenze.
Nonsolopizzaecinema non può parlare dell'alluvione di Firenze senza consigliare questa scena cult di un altro toscano DOC, il regista Monicelli (clicca qui).
Infine, ricordiamo che Marasco non è soltanto canzoni ma anche studio e riscoperta di poesie e composizioni popolari. E' lui che ci ha fatto scoprire Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli, 1858-1920), in vernacolo fiorentino:
Quaggiù in Italia si sarà porconi,
Ladri, spie, farabutti e anco ruffiani;
Ma in quanto a ritrovà' tante invenzioni
'Un ci legan le scarpe a noi Italiani!
Sia Francia, Spagna, e tutte le nazzioni
Che gli esiste ni' mmondo de' cristiani,
S'hanno a inchinare a i' ggenio di' Marconi
Ch'e' rincoglioni' gli americani!
Da' retta a me! Ma che ti pa' ppochino
Telegrafa' pe' ll'aria... Mondo boia!
Mettiam i' ccaso ce tu sia a Torino
E t'ha' la dama che la sia a Pistoia;
Te' t'un fa' che affaccitatti a un finestrino,
e senza fili tu ni' da' di troia.
Dalla poesia alla cucina il passo è breve, così eccomi a presentarvi una ricetta toscana, la schiacciata alla fiorentina.
Sebbene sia un dolce che si usa fare per Carnevale, insieme ai cenci e alle frittelle di riso, potete cimentarvi anche adesso!
250 gr. di farina, 80 gr. di burro, 80 gr di zucchero
1 bustina di lievito
1 uovo
succo e scorza grattugiata di un'arancia
un pizzico di noce moscata, 1 bustina di vaniglia
zucchero a velo (per guarnire)
La preparazione è semplicissima, dovete amalgare questi ingredienti un po' per volta, preferibilmente con la frusta elettrica in modo da far entrare l'aria nel composto e renderlo spumoso e soffice. Una volta pronto, lo versate in una teglia unta con olio,formando uno strato non più alto di 2-3 cm. In forno caldo a 18'0° per mezzora, e poi spolverate con zucchero a velo.
Se capitate a Firenze in questi giorni, ancora siete in tempo per provare i dolci di Carnevale.. un cosiglio sui migliori locali lo trovate qui.
E con il profumo di questi dolci... vi auguro un buon 17 Marzo!