Ralph & Candies
La mia adolescenza, negli anni
'80, l’ho passata proprio nel periodo in cui nasceva l’ossessione collettiva per
i videogiochi. Mi riferisco ai primissimi, prima delle consolle casalinghe:
erano quelli che avevano grafiche discutibili e giocabilità limitata… ma che erano
anche come una droga di cui non riuscivi più a fare a meno una volta iniziato… proprio
come rappresentato da Caparezza in uno dei suoi lavori che preferisco.
Ecco perché non potevo
resistere alla tentazione e sono andato a rivivere questa sorta di amarcord, Ralph Spaccatutto, nel quale tutti i videogiochi non ancora “ritirati” di una sala giochi si
ritrovano la sera nella “stazione centrale”, cioè dove tutte le consolle vanno
ad attingere la loro corrente. La cosa fantastica è vedere come in quella
stazione si finisce per incontrare personaggi “ex-famosi”, come Qbert* che è diventato
barbone alla stazione dopo che il suo gioco è stato spento.
Ecco che questo va a toccare alcuni
dei punti fondamentali della cultura statunitense: l’importanza di curare la
propria immagine, il dover raggiungere la popolarità - intesa come dimostrare il
proprio valore - a tutti i costi, e il vivere nel terrore di perderla, la
ricerca di premi e ricompense come valori veri che fanno sentire importanti.
In perfetto stile americano
Ralph, il cattivo di Fix-it Felix, è stanco del suo ruolo e del fatto di essere
sempre trattato male, ignorato, mai invitato alle feste (a cui va addirittura
PacMan!) e lasciato a dormire in una discarica, per cui va alla ricerca di
riscatto in altri videogiochi… finendo appeso su un Candy Tree nel videogioco
in cui si svolge la parte principale della storia: Sugar Race, una sfida automobilistica
immersa in ogni tipo di caramelle e marshmallows!
E le chicche da cinema, quelle
schifezze ipercaloriche e super commerciali sempre presenti nei più grossi
multi-sala, sono proprio il cibo che meglio si accosta alla visione del
cartone, che (confesso) sono andato a vedere ben 2 volte al cinema.
Prima di chiudere, però,
voglio e devo richiamare l’attenzione su un paio di altre questioni molto
importanti e sicuramente già molto note. La prima riguarda un’applicazione per
PC che mi ha subito catturato: si chiama MAME ed è una sorta di simulatore dei
vecchi videogiochi… uguali uguali uguali a come erano quando ci giocavo io da
ragazzino.
La seconda invece è il debito tributo all’ormai famoso fenomeno
chimico-fisico che scaturisce quando i confetti Mentos e la Diet Coke entrano
in contatto e che offre un bel risvolto nel finale del film. Non lo conoscete? Allora
guardate qui: