Ragazzi Miei, andate in Australia!
In un pomeriggio noioso di un
fine settimana uggioso, condannato dall’influenza a rimanere costretto a letto,
può capitare di girellare fra i tanti canali del digitale terrestre e,
inaspettatamente, rimanere catturato dalla pacata, minimale ed intensa musica
degli islandesi Sigur Ros.
Mi fermo ad ascoltare Fljótavik,
e subito cado nella trappola,
restando a seguire un film che trovo tutt’altro che promettente… almeno leggendo
il titolo e guardando le prime scene. La sorpresa però non tarda ad arrivare:
la svolta si concretizza con la morte di Katy, la seconda moglie del giornalista
Joe, che in questo modo lo lascia solo col piccolo Artie (figlio avuto pochi
anni prima). Ecco allora partire la difficile storia di un uomo che, per la
prima volta, deve imparare da solo a scoprire un mondo a lui completamente
ignoto: quello del’arduo ruolo di padre.
Il protagonista (impersonato
da un notevole Clive Owen) non si tira indietro neanche per un attimo: il padre
lui vuole proprio farlo, ma le scelte che fa, purtroppo, non si rivelano in
realtà tutte così giuste.
Senza entrare nei particolari
(altrimenti non resta un granché da vedere) il flim mostra quanto possa essere
difficile conciliare una vita lavorativa “da single” (cosa che le mogli
precedenti gli permettevano di fare) con tutte le responsabilità a cui si è
chiamati a rispondere quando si è “da soli” a fare da padre.
Tra le frasi che mi hanno colpito di più c'è
la risposta che Joe dà ad un’altra “mamma sola”, quando lei gli chiede che cosa vorrebbe: Cosa
vorrei? Qualcosa che non posso avere. Ho tante persone con cui posso fare delle
cose, ma nessuna insieme a cui posso anche non fare niente!
Questo è il punto focale, lo
stravolgimento totale della sua vita, a cui lui non era preparato e per far
fronte al quale cerca di fare del suo meglio, commettendo -in buona fede- degli
errori per i quali tutto è messo a rischio.
Ammetto che, da padre, ho
guardato il film con uno spirito diverso da chi padre non è: mi sono messo a
confronto col protagonista, scoprendo molti errori che purtroppo devo
riconoscer, ma anche particolari attenzioni che ho e in cui credo molto. Tra
queste, una di quelle che considero più importanti per un genitore è il far
sentire ai propri figli l’esistenza di regole ferree, quelle a cui loro
(bambini o adolescenti) devono attenersi senza discussioni, senza doverne
capire necessariamente il perché e, soprattutto, senza sentirsi mai liberi di
poterle ignorare. Un genitore deve ricordarsi che l’educazione e nelle sue mani
e questa cosa non è delegabile né ai parenti, né alla scuola.
Ho trascurato di dire tante
cose perché i temi contenuti non sono molti: anche se il regista è Scott Hicks,
lo stesso di Shine e Cuori in Atlantide, il lavoro è più diretto, concreto e
lineare, rimanendo fermo sul tema principale e non indulgendo in divagazioni.
Quest’ultima cosa in particolare mi è piaciuta molto: spero possiate guardarlo
per esprimermi le vostre opinioni al riguardo.
In cambio vi propongo questo
piattino australiano speciale:
Buttermilk pancakes serviti con mirtilli freschi, sciroppo d’acero e gelato alla vainiglia.
Buttermilk pancakes serviti con mirtilli freschi, sciroppo d’acero e gelato alla vainiglia.
Si tratta di un piccolo capolavoro che si può assaggiare a colazione nel bellissimo Daintree Eco Lodge, all'interno della
foresta di Daintree nel nord dell'Australia (mi sento buono, vi passo anche il
link).
Va bene, lo so, non è proprio dietro l’angolo… però, se imparate a fare i pancakes vi basterà solo trovate gli altri ingredienti per provare ad assaggiarlo!
Enjoy