Lo Chiamavano Jeeg Robot e il Budino alla Vaniglia


La Regina Himica, Hiroshi Shiba, il Signore del drago... e Miwa che lancia i componenti dal suo Big Shooter!! Dai 9 ai 10 anni ero perso fra questi personaggi: mai prima di allora mi ero tanto appassionato ad una serie di cartoni animati. E non ero il solo: a scuola tutti i miei compagni, come me, si “pittavano” le mani per simulare i guanti di Hiroshi e trasformarsi in Jeeg saltando in aria, sbattendo tra loro i pugni ed urlando “JEEG  –  ROBOT  –  D’ACCIAIO”!! Poi la fantasia faceva il resto.

Una serie televisiva che ha lasciato un forte segno nei bimbi (e forse anche nei ragazzi) di quei tempi... e in me tantissimo. Se poi esce un film che s’intitola “Lo chiamavano Jeeg Robot” secondo voi io che faccio? Ma certo che lo vado a vedere, cavolo! Non solo, ci vado con tutto il CDA del Blog per festeggiare tutti assieme il mio compleanno, perciò prima cena al messicano, innaffiata di Frozen-Margarita, e poi subito al cinema.


Nessuna aspettativa, solo tanta voglia di vederlo. Ma, con nostra grande sorpresa, il film è veramente molto bello! Per quanto assurda possa apparire l’idea, la realizzazione rende tutto assolutamente credibile e gli attori (tutti) sono così bravi che il film ti cattura e ti trascina appassionandoti fino alla fine. E congratulazioni al grande Gabriele Mainetti, di non ancora quarant’anni, il cui coraggio di esordire nel mondo dei lungometraggi con un’opera di questo tipo (e vorrei sapere chi avrebbe fatto lo stesso) gli porta ben 16 nomination ai David di Donatello 2016, di cui porta a casa ben 7 statuette!! Un numero straordinario, che annovera, oltre ai 4 attori principali, anche quella per il miglior regista esordiente (già, proprio lui).

Anche io, come altri blogger prima di me, voglio riportare il commento di Gabriele Niola, di MyMovies, che scrive quanto segue: «quello di “Lo chiamavano Jeeg Robot” è un trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia, realizzato senza essere troppo innamorati dei film stranieri ma sapendo importare con efficacia i loro tratti migliori». Bravo Niola, sono d’accordo con te.

Ma parliamo un po’ del cibo, perché prima di andare a vedere il film avevamo concordato con il CDA di inserire uno dei piatti messicani che avevamo appena degustato; invece usciti dal cinema eravamo tutti d’accordo sul no: c’è solo una ricettina che possiamo legare al film, in quanto il protagonista per tutto il tempo mangia praticamente solo una cosa, ovviamente fumandoci sempre assieme una sigaretta. In realtà quello che mangia è un famoso prodotto confezionato (molto riconoscibile) che però qui non citerò, proprio come nel film hanno fatto attenzione a non farne mai pubblicità; si tratta del Budino Cremoso alla Vaniglia.




Di ricette se ne trovano svariate, con dosi e consistenze differenti, e di sicuro nessuna di queste sarà uguale a quella amata dal nostro Hiroshi Shiba, però ve ne propongo una scelta da me, più per simpatia (il blog è quello de Il Pasto Nudo, come il film su cui ho postato diverso tempo fa) che per aver fatto un reale confronto con le altre.

Ingredienti
875gr di latte fresco intero, 
100gr di zucchero grezzo chiaro; 
30gr di maizena (amido di mais); 
1/4 di cucchiaino di sale integrale; 
1 uovo bello grande 
una presa generosa di polvere di vaniglia

Preparazione: mettere 500gr del latte in un pentolino abbastanza capiente a scaldare a fiamma medio-bassa e, mentre il latte raggiunge il quasi-bollore, mescolate in una ciotola di vetro resistente al calore zucchero, maizena, sale e polvere di vaniglia. Poi prendere il latte rimanente (a temperatura ambiente) e versarlo molto piano e gradatamente nel composto secco, mescolando continuamente con una frusta in modo da non far formare grumi. Una volta incorporato tutto il latte, aggiungere l’uovo, precedentemente sbattuto in un bicchiere, e amalgamatelo bene al resto.
Quando il latte sarà quasi arrivato a ebollizione, versarlo con molta calma nel composto freddo mescolando bene, poi riversare tutto nel pentolino e rimettere sul fuoco, lasciandolo sobbollire piano piano mentre si mescola con un cucchiaio di legno. Mescolare fino a quando il composto non avrà raggiunto la densità che si desidera: più si mescola, più l’acqua evapora e più il budino diviene denso.
Raggiunta la consistenza desiderata, versare la crema in sei vasetti e lasciare raffreddare a temperatura ambiente, quindi metterci la pellicola e lasciarli in frigo per almeno un paio d’ore.

Poi, se l’idea di Hiroshi dovesse “sfiziarvi”, degustatelo pure fumandoci assieme anche una sigaretta…


Enjoy