Un fanta-trash per l'estate e l'insalata di pollo con l'arancia

Di Oscar Francioso


"Classe 1984" (Class Of 1984, 1982) è un gradevolissimo film di culto. È violento, letteralmente punk e con un bel finale cattivo. In una filmografia quasi del tutto orrenda di Mark Lester, "Classe 1984" spicca di gran lunga sugli altri. Per una qualche sconosciuta legge dell'universo, ogni cosa bella deve essere rovinata da una cosa brutta. 

Qualche anno dopo, Lester dirige "Classe 1999" noto in Italia anche come "Classe 1999 – terrore in classe". "Classe 1999" di "sequel" ha poco. Dubito che il mondo di "Classe 1984" - uguale al nostro, solo poco più punk - abbia potuto evolversi quello apocalittico di "Classe 1999". In comune questi film hanno: l'ambientazione scolastica e Lester, che li scrive, li dirige e li produce entrambi. Classe 1984 è quasi un film di denuncia. Quasi. Classe 1999 appartiene a quel genere che si potrebbe definire "fantascienza-arrogante-pre'90-post-Carpenter”. 

 La trama è molto semplice: in un futuro prossimo, il governo ha abbandonato alcune sezioni del paese, che sono cadute in mano a bande di teppisti. Tutto è caos e disordine. Il sistema scolastico però è ancora in piedi e il preside del Liceo Kennedy di Seattle è disperato. Accetta di far entrare a scuola quattro cyborg-insegnanti per tenere il super-bullismo sotto controllo. I cyborg, ovviamente, erano cyborg da combattimento che, a un certo punto, torneranno alla programmazione originale. Gli studenti cattivi passeranno dei brutti momenti. Poi c’è anche la storia d’amore tra il ragazzino ex-capo di una banda e la figlia del preside. E anche Malcolm McDowell, che da trent'anni a questa parte sembra non essere in grado di rifiutare una sola parte. 

Questo film non è per niente serio. A partire dal nome del protagonista (Cody Culp... l’allitterazione fa sempre un po’ eroe dei fumetti), passando per il sistema scolastico ancora inverosimilmente in piedi, fino al nome dell’azienda che produce i Cyborg. La Mega-Tech. Quale azienda si potrebbe chiamare Mega-Tech? Prendereste sul serio un’azienda tecnologica che antepone “mega” a qualcosa? Mega-Google? Mega-Apple? 

Tralasciando l'assurdità della trama in sé - che non disturba neanche troppo, ho visto di peggio - ci sono un paio di cose molto divertenti per cui vale la pena di vedere questo film. Il già citato McDowell, ad esempio, che è come il prezzemolo: inutile, ma non guasta. Ma soprattutto il CEO della Mega-Tech: il Dr. Forrest (Stacy Keach) ha i capelli bianchi, gli occhi bianchi (ottenuti grazie a un paio di fintissime lenti a contatto) e beve latte – che vi ricordo essere bianco. I suoi baffetti neri da cattivo anni ’50 staccano un po’. In conclusione, "Classe 1999" è un film da vedere? Assolutamente sì. È divertente, poco impegnativo per il cervello e possiede una delle sequenze migliori che abbia mai visto. 

Quella dove la Signorina Connors (non cita Terminator, no eh... l'aggiunta di una consonante cambia le cose) si strappa le tette per tirare fuori una mega-arma dal proprio petto. 

Un film così è perfetto in una calda serata estiva - quando in tv non c'è niente di valido e si ha nostalgia di vecchi film anni '80-'90. Abbinatelo quindi a un piatto facile e fresco come: Insalata con il pollo alla griglia, l'arancia, il sedano

Foto scattata al ristorante Gecko a Firenze