Limitless e le chicche del cinema


Si lascino da parte tutte le idee che riguardano i superpoteri: non si parla di questo. Anche se in un certo senso siamo nell’ambito di capacità ottenute con l’utilizzo della fantascienza. Sì perché il tema affrontato è quello (ok, non proprio originale) della scarsa percentuale del nostro cervello che siamo in grado di utilizzare, e quindi l’idea fantascientifica è quella di trovare un farmaco che, inducendo connessioni neuronali, ne permetta un utilizzo molto ampio (se non addirittura totale).
Sarebbe bello, vero?
In realtà, riflettendoci un po’, mi sono convinto del fatto che l’utilizzo che ne farei, una volta assunto il prodotto, non è affatto detto sia quello che avrei pensato di fare prima di assumerlo: tale sarebbe lo sviluppo della mia intelligenza che poi ne determinerei con maggior acume il più idoneo uso.

Di fatto nel film si ipotizza la storia di uno scrittore affetto dal tipico “blocco”, che vede la sua vita andare a rotoli, un pezzo dopo l’altro, e si sente così prossimo a dover dichiarare il suo totale fallimento da rifugiarsi in una pasticca, che il suo ex cognato gli ha regalato in quanto rappresentante di questo nuovo medicinale, già testato e in via di ottenere l’approvazione governativa.


L’assunzione del farmaco (che da quel momento si riconoscerà grazie all’incremento dell’intensità dei colori) indurrà nel protagonista -l’eccellente Bradley Cooper- una sensazione che all’inizio non comprende appieno, ma che in breve lo porta a fare una serie di cose incredibili per tutta la durata dell’effetto... e solo dopo si renderà davvero conto di quello che la sostanza assunta gli ha donato.

Quali sono le domande che ne emergono? Tante, tante. E fra queste: si tratta veramente di un medicinale? Ma dà assuefazione... o dipendenza? E ha degli effetti collaterali?
Sicuramente ve ne saranno già venute in mente altre, ed altre ancora si accenderanno andando avanti: il film è costruito bene, fila come un treno e lascia poco tempo per riflettere, ma le domande le fa emergere.

L’ho visto varie volte ed ogni volta mi è piacito guardarlo, fino in fondo: paradossalmente mi rilassa, sebbene contenga scene violente e crude e diversi momenti di tensione, e ne esco sempre soddisfatto... specie se ho la possibilità di mangiare senza limiti (limitless, appunto) le mie adorate Chicche del Cinema!

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… e, chiaramente, bevendo Chinotto a volontà, di qualunque marca sia!

Enjoy