Una Vita da Gatto e la Tartare di Salmone


Concordo pienamente con un concetto che ho trovato nella recensione di Paola Casella (MyMovies) su questo film: le premesse per aspettarsi un lavoro di livello molto alto c’erano tutte, a partire dalle note ed espresse doti di Kevin Spacey e Christopher Walken nell'interpretare ruoli ironici e sarcastici, perfetti in un film che voglia rappresentare una sorta di critica verso alcuni fastidiosi stereotipi sociali, come la sciocca necessità di dire di avere la cosa più grande o più bella o più potente, cosa che nel film è un palazzo. Il protagonista (Kevin Spacey) mescola quindi gli effetti di questa ossessione su di lui con una serie di altri comportamenti istintivi, che da subito ne definiscono l’eccessiva superbia e l’enorme egocentrismo, disegnando un personaggio di grande successo nel lavoro ma assolutamente fallimentare sul piano umano. Il fatto che dichiari apertamente il suo odio verso i gatti non sarebbe un elemento comprovante di per sé, ma le motivazioni che porta a sostegno purtroppo sì. Perfetto quindi l’incontro con l’altro (Christopher Walken), che rappresenta un personaggio surreale, forse proveniente da Hogwarts, che interviene a modificare il percorso della vita del protagonista, anche se in modo apparentemente sciocco.
Il problema deriva dagli altri personaggi, che non sono per niente all’altezza della situazione, “un cast di insopportabile melensaggine” lo giudica la Casella, ed il risultato ottenuto non riesce a superare un divertente e rilassante film di natale alla Disney.


In conclusione, andate al cinema non aspettandovi niente di più del solo lo spasso di una serata e ne uscirete pienamente soddisfatti: questo il film lo fa. Il gatto è davvero carino, il doppiatore di Kevin Spacey è bravissimo, anche considerando che deve lavorare senza la presenza dell’attore per quasi tutto il film, e poi ho molto apprezzato che molte scene o gag non sono come anticipate nel trailer ma sviluppate decisamente meglio. Pertanto questo post non vuole affatto essere una stroncatura del film, perché l’ho guardato davvero volentieri, quanto piuttosto un piccolo segnale d’allarme contro aspettative troppo alte… e un flebile lamento per un’occasione mancata.

Personalmente amo molto gli animali, ma -come per le piante- non ho mai amato circondarmene nel mio appartamento. Quando devo spiegare perché non lo faccio la mia solita risposta (ben studiata a tavolino) è che tenere piante o animali in un appartamento è puro egoismo, perché si forza un essere a vivere in un ambiente innaturale, che di sicuro non si è scelto. Risposta politicamente corretta e che ti spara via dai guai, ma l’amara verità è che non ho mai avuto l’istinto di prendermene cura, come invece da sempre provo con grande intensità nei confronti di mia figlia.
Fra l’altro a casa dei miei genitori abbiamo anche tenuto una gatta: era troppo carina e ci ha saputo dare tanta compagnia, ma creava anche tanti problemi. Come quello di fare le ferie, ad esempio: è chiaro che non puoi lasciare un animale a casa da solo, ma se lo porti con te non è facile trovare un posto che te lo accetti a cifre che puoi permetterti; e se invece lo si lascia in una pensione sicuramente si spende molto meno, ma non ci si aspetti che lo trattino proprio bene. Alla fine l’unica soluzione trovata è stata quella di andare in ferie in momenti diversi da mio fratello, in modo che qualcuno ci fosse sempre per prendersene cura.
E prendersene cura significa anche farla mangiare bene, talvolta con cibi che potrebbero essere anche sulla nostra tavola. Di cosa parlo? Beh, per esempio di una 

Tartare di salmone
http://www.cucchiaio.it
Ingredienti

600 g di salmone
succo di 1/2 limone
2 cucchiai di aceto
3 cucchiai di olio
erba cipollina
sale e pepe

Tagliare il salmone (precedentemente pulito e abbattuto) a dadini molto piccoli e mescolarli in una ciotola con aceto, il succo di mezzo limone, erba cipollina tritata, due-tre cucchiai d'olio, sale e pepe. Lasciare insaporire per qualche minuto e quindi impiattare. Nota importante: la funzione di aceto e limone è solo di insaporire il piatto e non svolge alcuna funzione disinfettante. Per combattere la formazione di microrganismi patogeni è necessario tenere congelato il pesce a -20°C per almeno 24 ore e poi decongelarlo in frigo. Personalmente detesto il salmone, quindi non assaggerò questa mia proposta, ma so che per gli amanti del genere è una vera e propria prelibatezza.

Enjoy