Blade Runner 2049, l'America e... lo Scotch
"C'è
un ordine nelle cose. Questo facciamo qui: manteniamo l'ordine!"
In
questa frase, detta al’Agente K (il nuovo Blade Runner) dal suo capo, si
racchiude il cuore del messaggio contenuto in questo sequel. C’è infatti un
grosso pericolo, in questa nuova struttura sociale ricreatasi a trent'anni di
distanza da quella del suo precursore, che può mettere a forte rischio il
delicato equilibrio sociale da poco ricreato. L’Agente K è perciò chiamato
a garantire l’ordine, eliminando qualsiasi rischio.
L’atmosfera
del film è molto simile a quella del Blade Runner di Ridley Scott, e questo ne
rende piacevole la visione ai fedelissimi (come me), ma si sente la mancanza di
un messaggio forte, significativo e -permettetemi di dire- poetico che rendeva
l’originale qualcosa di unico e “resistente all'usura”. Un po’ come aver
mangiato bene al ristorante ma senza trovare un piatto capace di costituire una
memoria. E, come sempre, di più non posso e non voglio dire, perché per me vale
la pena andarlo a vedere al cinema.
Ora, essendo
questo un film con palese e sfrontata americanità, mi sembra onesto ed equo
affrontare un altrettanto “americanico” concetto: per uno statunitense se
una “roba” è buona da bere allora la si deve bere con un botto di
ghiaccio! E se avete visitato gli Stati Uniti avrete sicuramente notato come
siano diffusi ovunque i distributori dei cubetti di ghiaccio (the Ice-machine) e, soprattutto, quanto
loro ne facciano continuo uso. È una questione culturale, che noi non
possediamo e quindi ci pare assurda, ma essendo l’America uno dei maggiori
importatori e consumatori di whisky scozzese ecco che gli scozzesi, abilissimi
commercianti, hanno sviluppato delle “produzioni dedicate agli USA” che
permettano di bere il tanto da loro amato Scotch On The Rocks!
Perché
parlo di produzioni dedicate? Si sappia che normalmente mettendo il ghiaccio
nello scotch si ottiene una reazione che fa opacizzare il liquido, un po’ come
accade con i liquori all'anice o alla sambuca. Questo fenomeno, che è molto
gradito dai francesi, piace davvero poco agli statunitensi e per eliminarlo i
produttori introducono un passaggio che normalmente viene evitato: il
filtraggio a freddo.
Il
problema con questo passaggio è che applicandolo alcune delle caratteristiche
organolettiche del prodotto si vanno a perdere; ma in tutta onestà, poco
importa se, così facendo, del prodotto ne viene acquistato un quantitativo parecchio più alto, dico bene?
Poi,
per chiudere, ci tengo ad aggiungere una curiosità (sempre Made in USA)
che un amico ha recentemente portato alla mia attenzione: una ditta americana (non
dico qual è, ma giuro che è vero) ha appena messo in commercio un prodotto
natalizio che, sicuramente, provocherà in voi le più disparate reazioni Palle Di Natale al Whisky.
Notevole,
eh?
Enjoy