Lady Bird & Mission-style Burrito


Santo Cielo, ma con quante difficoltà bisogna confrontarsi durante l’adolescenza? Le tempeste ormonali ci offuscano i pensieri, ci agitano l’umore, inaspriscono le nostre reazioni, azzerano il livello di tolleranza, scombussolano i sentimenti verso le persone che ci circondano anche a causa della confusa percezione che ci ritroviamo. E non c’è un adolescente che reagisca uguale ad un altro! 

Che dire allora di un genitore di un figlio adolescente, che magari ricorda anche quanto fu per lui dura l’adolescenza, ma si trova impotente a dare qualsiasi aiuto al figlio o alla figlia, perché “i genitori ormai sono vecchi e non capiscono niente”. Per quanto grande sia l’impegno, la battaglia è persa fin dall’inizio: quel che resta da fare è sperare di aver donato il massimo ai figli nei loro anni preadolescenziali, quelli in cui ancora erano recettivi e modellabili.

Poveri ragazzi adolescenti, che non riescono a capire a cosa ambiscono veramente, quali sono i loro desideri, cos’è che detestano veramente o trovano insopportabile, con chi vorrebbero stare assieme e con chi no, che farebbero di tutto per essere apprezzati, o anche solo accettati. Una di loro è la protagonista del film, Christine, interpretata da un’eccellente Saoirse Ronan, un’adolescente di Sacramento che arriva addirittura a detestare il suo nome, pretendendo che tutti la chiamino Lady Bird perché è il nome che ha scelto per se stessa.


La premessa che ho fatto, a mio avviso, indica il modo giusto per approcciare, ed apprezzare, questa pellicola, che alla fine è semplice ma molto densa di significati. Parla dell’orgoglio, dell’ambizione e di quell’avvilente senso di persistente insoddisfazione che spinge una giovane a fare delle scelte su cui poi si troverà a riflettere.

Tra le cose che Christine desidera, una è lasciare la West Coast per poter seguire l’università nella East Coast e così abbandonare la California; rinunciando però anche a quelle pietanze tipiche della sua zona di nascita, fra le quali una che viene considerata assolutamente da non perdere (e che ha anche una storia) è il Mission-style Burrito.


Si tratta della tipica combinazione di fagioli, guacamole, panna acida, carne e verdura che molti conoscono già come Burrito messicano (qui un esempio di preparazione), ma con la differenza che è di misura decisamente più grande, avvolto in una tortilla di farina cotta a vapore per incrementarne la flessibilità, con aggiunta extra di riso, con l’utilizzo di vari tipi di carne… tanta carne, come agnello, trippa di manzo e lingua di vitello, e infine con la caratteristica “carta d'alluminio” che lo avvolge, che è fondamentale per poterlo mangiare rigorosamente con le mani senza che tutti gli ingredienti fuoriescano: alla fine è proprio un adolescenziale street-food!

Enjoy