L’adozione è un tema estremamente complesso e che tocca varie corde della nostra anima in modi differenti. Non tutti vivono questa possibilità allo stesso modo e, come su quasi tutto, ci sono sia accorati sostenitori che convinti detrattori.
Preferisco non darvi la mia visione di un mondo così complicato, ma di sicuro, quando si sceglie di farlo, questa è una scelta guidata dai motivi personali più disparati, come la coppia che desidera figli ma non può averne, o chi ritiene che il mondo sia così pieno di bambini bisognosi di sostegno che è da egoisti dedicarsi ad un proprio figlio, ma anche chi pensa scioccamente che sia un modo per mettersi in vista in una cerchia di persone.
C’è poi chi desidera che il figlio adottato sia quanto più piccolo possibile, che sia di una certa nazionalità, che sia di una cesta razza, che sia perfettamente sano, ma anche chi opta per uno abbia qualche malattia o deficit e quindi richieda una maggior disponibilità.
Siamo un popolo strano, ma quello che i più ignorano è che quando facciamo questo tipo di scelta abbiamo in realtà imboccato un percorso estremamente lungo e complicato, durante il quale si è soggetti a molte indagini, verifiche e analisi per superare i vari stadi di approvazione necessari ad ottenere l’approvazione finale ad aver diritto all’adozione. Stadi che sono tanto maggiori e più complessi quanto più si vincola la scelta a desideri particolari. Ho avuto modo di conoscere personalmente coppie che hanno intrapreso questa scelta e posso confermare che alcuni, ad un certo momento, hanno preferito rinunciare, non riuscendo più a reggere lo stress di questo sfibrante iter.
Non è un film complesso e sicuramente contiene alcune ingenuità, ma mi ha fatto bene vederlo e secondo me vale. Come vale anche conoscere qualcosa di più sulla cucina senegalese.
Per gli abitanti del Senegal i pasti rappresentano momenti importanti di condivisione, solidarietà e incontro; è abitudine mangiare tutti insieme, seduti su un tappeto intorno allo stesso vassoio, e non vengono usate le posate, preferendo mangiare con la mano destra, raccogliendo con le dita un po’ di riso, appallottolandolo fino a formare delle specie di polpette e portandolo in bocca. Tuttavia, quando ci sono ospiti europei viene solitamente offerto loro un cucchiaio.
Simbolo nazionale della cucina senegalese per eccellenza, il Mafè è uno spezzatino di carne cotto lentamente insieme alle verdure, ma quello che lo rende un piatto particolare è la presenza del burro di arachidi, che in paesi come l’Africa si utilizza in modo quasi esclusivo nelle preparazioni salate.
Chiaro che tanto meno vincoli imponi, tanto più rapido è il processo, e questo è quanto accade alla meravigliosa coppia senegalese di questo film, tanto desiderosa di questo figlio da aver rinunciato a molte preferenze, ottenendo alla fine l’anelato bimbo, che però è... bianco, biondo e con gli occhi azzurri! Insomma, tutto sua madre.
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Ingredienti:
1kg di carne (agnello o manzo o pollo), 200g di burro di arachidi, spezie a piacere tra paprika, curcuma e cannella, 1 cipolla, 4 pomodori, 3 spicchi d’aglio, 1kg di patate, 4 carote, 2 peperoni rossi, cavolo cappuccio a piacere (se gradito), 1 dado da brodo, olio d’arachidi per friggere e poi peperoncino, pepe e sale q.b.
Preparazione:
tagliare la carne a dadini, tritare la cipolla e i peperoncini e schiacciare l’aglio. Far scaldare abbondante olio di arachidi in una casseruola, e quando sfrigola versare la carne facendola rosolare per 5/10 minuti. Quando la carne risulta completamente colorata, aggiungere l’aglio, la cipolla, il peperoncino e le spezie. Salare, pepare, mescolare e lasciare a soffriggere per alcuni minuti. Aggiungere quindi il dado da brodo e i pomodori tagliati, coprire con con circa 1 litro di acqua e portare ad ebollizione a fuoco vivo. A questo punto unire patate carote e peperone (anche il cavolo se gradito) tagliati grossolanamente e far cuocere una mezz’ora abbondante prima di unire il burro di arachidi. Cuocere per altri 15’ mescolando frequentemente per evitare che il burro d’arachidi attacchi sul fondo, fino ad ottenere un aspetto cremoso.
Il Mafè si considera pronto quando l’olio del burro di arachidi affiora in superficie e si può servire caldo sul piatto accompagnato da riso lessato o cous cous.