Una Famiglia Vincente con le Patate Williams
“La creatura
più pericolosa di tutta la terra è una donna che sa pensare: nulla le è impossibile!”
Questa è la frase che più mi ha colpito di tutto il film. Non posso essere in grado di capire davvero quanto possa essere duro vivere in una realtà nera, in un paese che fondamentalmente non ha mai veramente rimosso del tutto il razzismo: di film dedicati a questo tema ne abbiamo presentati molti, ma per lo più erano calati in anni durante i quali le manifestazioni razziste arrivavano spesso a gravi abusi. Nel caso di Una Famiglia Vincente, invece, siamo negli anni 80, a Compton, un quartiere malfamato e fra i più violenti di Los Angeles, dove per trovarsi in una situazione critica basta veramente un attimo. Un posto nel quale un padre decide di dedicare tutta la sua vita a far rispettare il suo “piano per il futuro” alle sue cinque figlie. Tutto con il sottofondo di una colonna sonora basata su molti dei favolosi successi musicali dell’epoca: ben 39 pezzi che spaziano da Nina Simone alle Bananarama.
Ho dovuto fare un attimo mente
locale per ricordarlo, ma in effetti a quei tempi non si vedevano giocatrici di
colore nel mondo del tennis femminile. E nel film si riscontra in modo forte
questa sorta di repulsione che il mondo dei Tennis Club, specie quello statunitense,
aveva verso la gente povera e di colore. Questo però non riesce a fermare Richard
Williams, che è consapevole di avere due fenomeni del tennis fra le sue
figlie e s’inventa di tutto per far loro avere il successo che meritano.
È basato sulla vera storia
delle giovani Venus e Serena, tenniste che penso (spero) tutti
conoscano più che bene, ma non ho idea di quanto sia aderente a quella vera,
anche perché papà Richard in molte occasioni mi ha lasciato decisamente
interdetto… ma come posso io giudicare un mondo che non ho in realtà mai
vissuto?
Meglio allora parlare di
qualcosa di mangereccio, magari cercando di rimanere in tema proponendo ad
esempio… le Patate Williams (ahahahahah!), che sono delle gustose
crocchette di patate modellate a forma di pere Williams. È una simpatica ricetta
degli anni 90 che viene riproposta in questo link.
Ingredienti (10 pezzi): 1 kg di patate a polpa farinosa + una di piccole dimensioni, 5 uova intere + 2 tuorli, tre cucchiai colmi formaggio grattugiato, 50 g di burro, formaggio filante a piacere, 10 foglie di salvia e poi farina + pangrattato + sale + pepe tutto q.b.
Preparazione:
Lavare e spazzolare bene le patate e farle cuocere in abbondante acqua fredda
salata. Non vanno cotte troppo e poi scolarle subito. Appena saranno tiepide,
sbucciarle e passarle nello schiacciapatate. Raccogliere la polpa ricavata in
una ciotola della giusta misura, aggiungere due uova intere più due tuorli, il
burro morbido a pezzetti, il formaggio grattugiato, sale e pepe e mescolare
bene in modo da avere un composto perfettamente amalgamato. Spolverizzare con
poca farina il piano di lavoro e trasferirvi il composto di patate. Formare con
esso due “salsicciotti” dal diametro di circa 5 cm, tagliarli in 5 pezzi
ciascuno e inserire un dadino di formaggio in ogni pezzo. Con le mani
infarinate modellare ciascun pezzo a forma di pera. In un piatto sbattere le 3 uova
rimaste, quindi passare le pere di patate prima in poca farina, poi nelle uova
e infine nel pangrattato. Passarle nuovamente nelle uova e nel pangrattato,
perché la doppia panatura farà formare una bella crosta, che manterrà le patate
meglio in forma e impedirà al formaggio di fuoriuscire durante la frittura. Sbucciare
la patata rimasta e ricavarne dieci bastoncini, che formeranno il picciolo
della pera. Friggere le patate e adagiarle via via su carta da cucina per
assorbire l’olio in eccesso. Procedere nello stesso modo con i bastoncini. Con
uno stecchino forare la parte superiore delle pere di patate e inserire il
bastoncino e una foglia di salvia: le nostre patate Williams sono pronte.