Uncharted Big Babol
Sicuramente lo sapete già, ma Uncharted si traduce in italiano con Inesplorato, ed è un titolo che si adatta molto bene a questo action movie in perfetto stile Indiana Jones. In realtà il richiamo a Indiana Jones non è casuale, perché ci sono dei momenti del film che lo ricordano… e se lo avete amato almeno quanto me li riconoscerete sicuramente.
Nonostante fossimo, noi del Blog, supercomodamente sdraiati sulle incredibili poltrone -quasi orizzontali- dell’UCI Luxe, questo film ci ha tenuti sempre svegli, non annoia mai ed è divertente. Anche il cast, che fra i tanti annovera Antonio Banderas, Mark Wahlberg e Tom Holland (che nel film è sempre a masticare chewing gum), funziona molto bene. Certo non sto parlando di un capolavoro, non lo è, ma sicuramente è un film che vale la pena vedere al cinema, e lo consiglio… anche se sono costretto a lasciare qui l’argomento, perché trovo che già il trailer sia sufficiente a rendere molto meno inesplorato il contenuto.
Un argomento che invece trovo,
ad oggi, alquanto inesplorato è quello relativo alla storia dei Chewing
Gum, o gomme da masticare, e per questo ho voluto buttarci un occhio. Tutto
ha inizio nel lontano 1869, quando William Sample ne registrò la ricetta ed
iniziò una prima produzione che mise in commercio nel New Jersey. Fu un fiasco,
perché furono prodotte delle palline troppo molli e senza sapore, per cui
modificò la ricetta per dare a queste palline più e più sapore, riscontrando
così il suo successo iniziale. Tuttavia questo prodotto non trovò una forte
richiesta finché non venne introdotto nella Razione K dell’esercito
americano durante la seconda guerra mondiale, scelta fatta per migliorare l’igiene
orale e stemperare lo stress.
Da quel momento la diffusione divenne
imponente, e sempre più aziende iniziarono a produrne in tutto il mondo, in
vari formati e gusti. In Italia, in particolare, ci fu un anno che segnò la
storia di questo prodotto nel nostro paese: era il 1978 e la Perfetti mise in
commercio delle nuove gomme da masticare che permettevano di fare delle bolle
molto più grandi delle classiche Brooklyn (la gomma del ponte). Il loro nome? Big Babol ! E chi non le conosce? Fecero un tale successo che in pochi mesi
dalla vendita a pezzi singoli fu prodotta la versione a pacchetto. Ne ho un
ricordo intenso perché all’epoca ero bambino anche io e tutti, ma proprio
tutti, i bambini le desideravano intensamente. Erano però anche la dannazione
dei genitori perché, oltre a creare problemi ai denti, allo scoppio della bolla
il prodotto si appiccicava in faccia ed era difficile da rimuovere. Ho ancora
il ricordo delle leggende urbane messe in giro dai genitori preoccupati, la più
divertente delle quali era “Guarda che sono fatte con le budella di topo”.
Sì, quest’idea faceva schifo, ma non abbastanza da far rinunciare alle Big
Babol .
E chi non ricorda questo spot del 1980 interpretato da Daniela Goggi? Geniale per quell’epoca.
Come ultima curiosità, per chi
non lo sapesse già, il suo nome dimostra l’origine italiana del prodotto: in America
era già stato introdotto il marchio registrato Bubble Gum, cioè gomma
per bolle, e -visto che lo scopo era fare bolle più grandi- la decisione presa
fu di italianizzare Bubble con la sua pronuncia in italiano ( Babol ) e precederlo con la parola inglese per dire “grande” ( Big ). Penso
che le analisi di mercato dietro a questo branding ci abbiano azzeccato alla
grande.
Enjoy!